Otzenhausen 2024: tutti uguali, tutti diversi

L'esperienza presso l’Accademia Europea di Otzenhausen nelle parole di uno studente.

Giorgio Vedovati

Docente e referente

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Alle gleich, alle unterschiedlich – wie kӧnnen wir gut zusammenleben?

Tutti uguali, tutti diversi: come possiamo vivere bene insieme?

Democrazia, libertà, uguaglianza e diversità: parole di cui tutti abbiamo già sentito parlare, ma che all’Accademia Europea di Otzenhausen assumono significato non solo come definizioni lette su libri o ascoltate su telegiornali, ma acquistano valore come vere e proprie esperienze di vita.

La nostra scuola, ormai da parecchi anni, collabora e organizza seminari con l’Accademia Europea di Otzenhausen. Dal 18 al 23 marzo, 16 alunni di diverse classi dell’istituto (di quarta e di quinta) hanno avuto la possibilità di partecipare a questa esperienza.

Il tema di questo seminario era: “Alle gleich, alle unterschiedlich – wie kӧnnen wir gut zusammenleben?” ossia “Tutti uguali, tutti diversi: come possiamo vivere bene insieme?”

A Otzenhausen non ci sono compiti, libri e quaderni, si impara in modo alternativo partendo da provocazioni e da quello che già si sa, le cose nuove si apprendono giocando, parlando, dibattendo, mettendosi in situazione e vivendo esperienze di condivisione con persone provenienti da diversi paesi.

Il nostro seminario era composto da noi, 16 ragazzi e ragazze italiane, 8 ragazzi francesi provenienti da Lille e 15 ragazzi e ragazze tedesche provenienti da Viersen. Siamo stati guidati da 3 ragazze (Jana, Annabel e Alysse) esperte di scienze politiche che portavano quotidianamente in aula temi di varia natura, domande provocatorie e giochi, che inizialmente sembravano avere uno scopo esclusivamente ludico, ma dopo una riflessione si riuscivano a comprendere alcuni aspetti non proprio scontati.

Le idee e i dibattiti mostravano le opinioni contrastanti che avevamo tra di noi, queste diversità evidenziavano inoltre anche come le nostre diverse provenienze e le diverse culture di appartenenza avevano influenzato i nostri modi di pensare mentre in alcune situazioni le idee trovavano anche dei punti di incontro.

Le parole d’ordine per chi ha il desiderio di partecipare ad Otzenhausen sono: impegno, collaborazione, cooperazione e fantasia.

La mattinata e il primo pomeriggio erano occupati da attività organizzate dal team delle formatrici; invece, la sera e il tardo pomeriggio erano momenti liberi che trascorrevamo comunque tra di noi.

Ogni momento libero era comunque l’occasione per scambiare opinioni su quello che avevamo fatto mattinata oppure per conoscerci meglio.

La lingua non è stato un muro, anzi, tra le diverse figure che lavoravano ad Otzenhausen c’erano anche delle interpreti che traducevano in italiano quello che veniva detto dai nostri colleghi francesi e tedeschi e viceversa.

Nei momenti liberi con gli altri ragazzi parlavamo in inglese; invece, chi conosce la lingua tedesca e francese utilizzava anche quella per comunicare con gli altri.

Otzenhausen non è solo un luogo dove si impara, si parla in lingua straniera e si discute, ma è anche un luogo dove si creano legami che resistono nel tempo. Abbiamo creato un gruppo Whatsapp per tenerci in contatto e un gruppo di tedeschi e francesi verranno a trovarci in estate e noi andremo a trovarli all’Oktoberfest in Germania.

Davide Troshani (4 B) 

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